Carcinoma in situ. Sovradiagnosi, sovratrattamento. Radioterapia
Il carcinoma duttale in situ (DCIS)
Il carcinoma duttale in situ (DCIS) è una forma di cancro al seno non invasivo che si sviluppa nei dotti mammari. "In situ" significa che il tumore rimane confinato nella sua sede di origine e non si è diffuso ad altri tessuti sani. Pur essendo non invasivo e non pericoloso per la vita, il DCIS comporta un rischio maggiore di evolversi in un cancro al seno invasivo nel corso della vita. Circa il 20% dei tumori al seno diagnosticati annualmente sono forme di DCIS, secondo l'American Cancer Society.
Gradi del DCIS
Il DCIS viene classificato in tre gradi, che riflettono la velocità di crescita e il rischio di recidiva.
Grado I (basso grado): Le cellule tumorali sono simili a quelle normali e crescono lentamente. Questo tipo di DCIS ha minori probabilità di recidiva.
Grado II (grado moderato): Le cellule tumorali crescono più velocemente, e la probabilità di recidiva è maggiore rispetto al grado I, ma inferiore rispetto al grado III.
Grado III (alto grado): Le cellule tumorali sono molto diverse dalle cellule normali e crescono rapidamente. Il DCIS di alto grado è spesso associato alla necrosi comedo, un tipo di degenerazione cellulare. Questo tipo ha un rischio maggiore di recidiva.
Trattamenti
I trattamenti standard per il DCIS includono:
Lumpectomia seguita da radioterapia, o lumpectomia da sola per i casi di basso grado e dimensioni contenute.
Mastectomia in caso di DCIS di grande entità o con multifocalità.
Terapia ormonale per i DCIS ormono-positivi.
Nomenclatura e gestione
Alcuni medici suggeriscono di eliminare il termine "carcinoma" dalla diagnosi di DCIS, in quanto potrebbe causare ansia nelle pazienti. Proposte alternative includono l’uso di "lesioni indolenti di origine epiteliale" (IDLE). Alcuni studi hanno infatti dimostrato che l’uso della parola "cancro" può portare le pazienti a scegliere trattamenti più invasivi, mentre l’uso di termini meno allarmanti potrebbe favorire scelte di gestione meno aggressive.
Sovratrattamento e gestione alternativa
C'è un dibattito sul fatto che il DCIS venga sovratrattato, considerando che, in molti casi, non si diffonde mai al di fuori del seno. Alcuni esperti propongono di adottare un approccio di sorveglianza attiva o "attesa vigile", simile a quanto avviene nei casi di cancro alla prostata a basso rischio. Questo approccio implica un monitoraggio regolare senza trattamenti immediati, per evitare le conseguenze emotive e fisiche dei trattamenti invasivi.
Conseguenze emotive e preoccupazioni delle pazienti
Le donne con diagnosi di DCIS riportano spesso conseguenze emotive negative a seguito della diagnosi e del trattamento. Le preoccupazioni vanno dalla depressione e i pensieri suicidi, a livelli elevati di ansia, paura e imbarazzo, fino alla paura di un possibile sviluppo di un cancro invasivo o di una recidiva. Alcune temono anche il rischio di cancro nel seno controlaterale o la diffusione del tumore ad altre parti del corpo.
Incertezza tra i pazienti e i medici
L'incertezza sul fatto che il DCIS sia o meno un cancro è un problema condiviso anche dai medici, dato che il trattamento per il DCIS è simile a quello per il cancro invasivo, comprendendo chirurgia, radioterapia e terapia endocrina. Inoltre, alcune donne non sono chiare sul motivo per cui è stato scelto un determinato trattamento, il che contribuisce ad aumentare l’ansia e la confusione.
Riflessioni finali
Gli esperti concordano sull'importanza di migliorare la comunicazione tra medici e pazienti riguardo il DCIS. Fornire strumenti decisionali che presentino in modo equilibrato i rischi e i benefici delle diverse opzioni di trattamento potrebbe aiutare le pazienti a fare scelte più informate e a ridurre l'ansia. Inoltre, le decisioni sul trattamento del DCIS dovrebbero essere prese in collaborazione con le pazienti, considerando le caratteristiche specifiche della lesione e le preferenze individuali.
Ogni anno, negli Stati Uniti, circa 50.000 donne ricevono una diagnosi di DCIS, ma solo il 20-30% di esse svilupperà un cancro invasivo nel corso della vita.
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